martedì 4 dicembre 2018

Recensione: "Il Conte di Montecristo" di Alexandre Dumas

Dumas non so se tu eri un genio per natura o sniffavi qualche erba di campo fatto sta che hai creato un capolavoro!

Il conte di Montecristo
di Alexandre Dumas

Editore: Feltrinelli
Pagine: 1019
Prezzo: 9,90€

Voto: 5/5*


TramaL'appassionante vicenda di Edmond Dantès che, ingiustamente condannato e imprigionato, riesce a vendicarsi dei suoi nemici grazie al tesoro dell'abate Faria, conserva ancora oggi inalterato tutto il suo fascino, continuando a ispirare riduzioni cinematografiche e televisive. Pubblicato per la prima volta en feuilleton sul "journal des Débats" nel 1844, dopo il clamoroso successo dei "Misteri di Parigi" di Eugène Sue, "II conte di Montecristo" seppe conquistare, fin dalle prime puntate, migliaia e migliaia di lettori, facendo diventare di colpo Edmond Dantes uno dei "supereroi" più amati dalla fantasia popolare e Alexandre Dumas uno degli scrittori più letti, non solo in Francia. Straordinario manipolatore di intrecci, Dumas costruisce con estrema abilità una vicenda ricca di imprevisti e di colpi di scena; spaziando dalle cupe segrete del Castello d'If alle catacombe romane, dalla Parigi del grand monde all'Oriente, dipinge un fedele ritratto della società della Restaurazione dominati dal potere del denaro, con un'efficacia degna di Balzac.



Dumas è un fottuto genio!!!!!
Cioè signori miei ha intrecciato una storia partendo da una situazione semplice che uno pensa a come avrà fatto a scriverci talmente tante pagine?! Lui ci è riuscito!
Sarò sincera ero scettica, vista la mole, insomma il connubio classico/Dumas/1019 non è che vai liscio sereno... ti chiedi se sarà noioso, prolisso, palloso, pieno di belle morali e lezioncine, poi ti dici che o la va o lo abbandoni insomma, e lo inizi...

Edmondo Dantes è il povero malcapitato che grazie alla sua bravura, alla sua umanità nonostante la sua giovane età sta rientrando al porto al comando di una nave a cui verrà nominato capitano, così che potrà aiutare il suo povero padre e sposare Mercedes la sua giovane amata che lo sta aspettando, ma da che mondo e mondo l'invidia è sempre una brutta bestia e unita a un compare stupido può essere deleteria. Ed è proprio quello che lui considea un amico, Danglars, che nel giorno previsto per il suo matrimonio gli prepara una trappola, vienendo accusato di essere un bonapartista e verrà incarcerato e condannato al Castello d'If per 13 lunghi anni dove tra momenti in cui crederà di essere pazzo e momenti in cui terrà duro per restare lucido, conoscerà anche l'abate Faria, che gli insegnerà tutto il suo sapere, facendolo diventare un uomo colto e sopratutto gli rivela di essere in possesso di un tesoro immenso nascosto su un'isola, appunto l'isola di Montecristo da cui prenderà nome Dantes quando uscirà e che lascerà appunto a lui alla sua morte... ora il piano di vendetta di Dantes può essere messo in atto deve solo evadere in qualche modo e l'occasione avverrà quando proprio questo abate morirà.

Cosa si può fare per vendetta? E' giusto erigersi a Dio? Ci si può redimere? La vendetta ci può appagare davvero? L'animo del Conte di Montecristo è in subbuglio e man a mano che la sua vendetta avanza ed entra in amicizia con le varie persone della sua nuova vita si domanda che tipo di uomo e che ricordo vuole che la gente abbia di lui.

Dumas crea un intreccio di situazioni, di personaggi, una concatenazione di scelte e situazioni talemente geniali, ben orchestrate, incrociate che ha del genio, che a fine libro sentite l'orchestra che suona!!!!!!!
Dalla prima all'ultima pagina Dumas ti tiene incollata perchè tu devi, devi sapere cosa succederà, dove andrà a parare il Conte di Montecristo... Ho letto, o meglio ho sentito, il Conte di Montecristo in audiolibro è, in una settimana non ho fatto altro che averlo in riproduzione perfino mentre facevo pipì o guidavo per andare a lavoro.. veramente meraviglioso che vorrei urlarlo al mondo intero, leggetelo leggetelo leggetelo perchè la mole non vi sarà da ostaco, il linguaggio non vi ostruirà, immergetevi in questo mondo fantastico insieme a Edmondo fino all'ultima pagina!



domenica 18 novembre 2018

Recensione: "Mr Zuppa Campbell il pettirosso e la bambina" di Fannie Flagg

 Come si fa, dico io, a non amare Fannie Flagg.. lei è sempre una garanzia *_*

Mr Zuppa Campbell e il pettirosso e la bambina
di Fannie Flagg

Editore: Bur
Pagine: 235
Prezzo: 10.00€

Voto: 5/5

Trama: L’inverno è alle porte e l’anziano Mr. Campbell (orfano dalla nascita, porta il nome della famosa minestra pronta perché, quando lo ritrovarono, nella culla ne aveva accanto una lattina), viene avvertito dal medico che se non cambierà clima non vedrà la primavera. Allora lui fa le valigie per Lost River, Alabama, diretto a un albergo che potrebbe fare al caso suo. Quando arriva scopre che l’albergo è andato a fuoco, ma viene accolto dalla piccola comunità del villaggio. E da una bambina che va in giro scalza, zoppica e gioca tutto il giorno con un pettirosso. Anche lei, come Mr. Campbell, non conosce la data del suo compleanno




Un libro che è poesia, è una carezza sul cuore e all'anima... una storia talmente dolce e semplice che non puoi non amare. Fannie Flagg è l'odore di una candela e di dolcetti è il calore dentro casa di una stufa mentre fuori fa freddo.

Mr. Oswald Campbell ormai anziano deve cambiar vita e sopratutto deve cambiar temperatura perchè Cicago è tropo fredda e umida per la sua salute. Ogni posto al sud va bene per un orfano solo come lui e allora ripesca una vecchia cartolina dove c'era la pubblicità di un residence a Lost River e allora fa le valigie e parte, rimanendo di sasso quando scopre arrivando, che non esiste più. Ma ormai c'è e perchè non vedere cosa si può prospettare.
Lost River è una località minuscola con 100 abitanti, un ufficio postale, un postino che consegna su barca e un negozietto di alimentari fornito di qualsiasi cosa si possa aver bisogno che ha un piccolo pettirosso che è un po' la mascotte del posto con il suo dolce cinguettio e una bimba, libera dall'occhio vigile dei genitori, che vaga intimorita nei dintorni.
Lost River è una località dove la gente si riunisce, si vuole bene, si supporta, si raduna, mentre leggi sembra di stare lì, di far parte di quel mondo tranquillo, vorresti trasfeririti lì anche se praticamente non c'è nulla delle scintillanti e movimentate città a parte la quiete, i vicini e gli incontri per le strade.

Fannie Flagg ha la capacità di creare storie dove praticamente trasforma il nulla in tutto. Ti fa amare le sue storie nonostante i colpi di scena non ci siano, non c'è nessun dramma o cataclisma, semplicemente lei dipinge la quotidianità rendendola speciale e luminosa nonostante i nostri protagonisti abbiano i loro problemi, come tutti noi. Sono protagonisti reali, vicino a noi con quel tocco delicato come un poesia e poi non è prolissa per allungare il brodo, a lei bastano 100 pagine o più e voilà il capolavoro è servito!


giovedì 15 novembre 2018

Book Haul luglio/settembre/ottobre

Ormai i mesi passano così senza che me ne renda conto e i libri si accumulano anche se sono stata molto brava visto che ne sono pochi rispetto a quello che compravo prima.

Partiamo con gli acquisti di luglio fatti su Amazon, Meridiano di sangue e La città dei ladri.. entrambi ancora non li leggo, ma di La città dei ladri Silvia inunclick del blog Il piacere della lettura ne ha parlato talmente bene che non prenderlo dalla curiosità!

Saltiamo agosto dove invece non c'è stato
nessun acquisto!!!!!! Poi non dite che non sono brava e andiamo a settembre dove La figlia della fortuna e Il libro dei ricordi perduti sono stati due recuperi fatti da Acciobooks..
Mentre Il sognatore l'ho preso su Amazon e gli altri due invece in edicola ;)
Inutile dirvi che di questo ancora non ne ho letti nessuno, ma E l'eco rispose penso sarà tra i prossimi perchè lo iniziai per vedere com'era e mi stata piacendo molto.

Ottobre, è stato il mese della "rinascita" degli acquisti dove il mercatino dell'usato è stato il mio grande alleato per la maggior parte con ben 17 volumi.. uno scambio con la carissima Selvaggia con I fiumi di Londra, un libro vinto a un giveaway China Town e infine un libro in super super sconto dietro consiglio sempre di Silvia che è Le siamesi..

Al mercatino ho trovato Central Park di Guillame Musso di cui ho sentito parlar molto bene, La testimone del fuoco di Kepler 4 volume della serie di cui mi manca il secondo e il terzo 😕 La lettera d'amore della magnifica Lucinda Riley di cui devo recuperare ancora un paio di libri per averli tutti.. 
Dell'amore e del dolore delle donne di Veronesi non ne so proprio nulla, da come ho capito sono dei racconti sulle donne ed è edito Einaudi ahahahahha Gli Einaudi sono come i Neri Pozza una grande tentazione. Loney di Andrew Michael Hurley anche mai sentito però mi ha ispirato la copertina 😏 Cose che avrei preferito non dire di Cecelia Ahern non vedo l'ora di leggerlo adoro questa scrittrice!
L'incredibile viaggio di Norah Wells è in wish da un po' di tempo che anche se non ricordo la trama l'ho preso subito senza pensarci due volte. Phobia di Wulf Dorn è uno dei libri che mia sorella ha adorato ed era d tempo che mi diceva che dovevo leggerlo che ora dovrò farlo al più presto.
La grande storia dei papi è un saggio sui vari papi della storia, una lettura non proprio leggera che richiederà secondo me parecchia concentrazione. Così come è un saggio I grandi miti greci che mi ispira un sacco. Poi alcuni thriller di cui non avevo mai sentito parlare in giro in cui ripongo alte aspettative: Cypress grove blues, Quota 1222 e Il sigillo del sultano. 
Anche se pure Legami, Spettri e La regina scalza e Storia d'amore e di eresia non li conosco... ahhahha è stato un mega bottino al buio per la maggior parte!

Invece voi ne conoscete qualcuno tra questi, li avete letti?




giovedì 8 novembre 2018

Recensione: "Vox" di Christina Dalcher

Quali sono le 100 parole che decidereste di usare in una sola giornata?


Vox
di Christina Dalcher

Editore: Nord
Genere: Narrativa, distopico
Pagine: 416
Prezzo: 19,00€

Voto: 3.5/5


Trama: Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere. Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto. Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l’unica che ora ha la possibilità di ribellarsi. Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne.



Un lbro discussissimo che per certi versi mi è piaciuto e per certi versi no, oltre al fatto che ho sentito dire che è molto simile al Racconto dell'ancella della Atwood e ora devo assolutamente leggerlo perchè voglio proprio vedere le diverse somiglianze, però per il momento mi baserò sui fatti oggettivi della mia lettura.

In questo nuovi tempi in America c'è una nuova "rivoluzione" le donne possono dire solo 100 parole al giorno, basta letture,
basta chiacchiere, basta programmi pettegolezzi, basta lavorare, basta scrivere e gesticolare per comunicare, basta basta, si deve tornare 'all'origine' quando la donna era il focolare della casa, che faceva il pane, che accudiva figli e marito pensando e risolvendo ogni loro esigenza, faceva la spesa e obbediva al marito che lavorava e mandava avanti economicamente la casa. Perciò tac un braccialetto conta parole, a 100 arriva la prima scossa poi man a mano sempre più forte fino alla morte. 
Le bambine vengono "educate al silenzio" fin da piccine e la "religione" e la "buona disciplina" viene predicata a gran voce dal Movimento per la Purezza che con il loro carisma ha ridotto al silenzio un'intera nazione, toccando l'estremismo e fanatismo della cosa.

Un movimento che si è insinuato lentamente, e che velocemente ha cambiato la vita delle persone senza che queste avessero neache il tempo di accorgersi di cosa stesse succedeno realmente.

Jean McClellan si ritrova catapultata in un mondo a lei sconosciuto in cui cerca di rimanere a galla e di far rimanere a galla sua figlia di sei anni e di non far cambiare i suoi figli maschi che purtroppo iniziano a entrare nel sistema grazie a un efficace lavaggio del cervello a scuola da parte dei suoi professori, fino a quando la sua bravura in quello che faceva prima di essere azzittita come donna non tornerà utile ai "grandi" e forse questa sarà la sua unica possibiltà per far qualcosa, per cambiare le cose e mettere fine a questa follia.
E così che si snocciola la storia, particolarmente incentrata sulla società mostrandoci man a mano come ha preso piede fino all'oggi quando nessuna donna può uscire dal Paese per andare negli altri dove questo folle movimento non c'è.

Come storia in sè per sè a me è piaciuta, si legge velocemente e molto scorrevole e comunque a me personalmente mi ha preso dal principio alla fine. La sua pensata è geniale (ora se l'ha scopiazzata alla Atwood come si dice non lo so) anche perchè sempre di più la nostra società ci 'bastona', vuole sottometterci e non è poi così lontano il pensiero che i grandi vogliano il nostro silenzio, anche perchè esistono ancora civiltà che sottomettono la donna agli uomini, come coloro (purtroppo non ricordo chi scusate) che amputano il clitoride delle bimbe fin da piccole perchè loro non devono provare piacere quando saranno grandi duranti i rapporti con i propri mariti.

E' una lettura con in sè una chiave agghiacciante, dove la società è ben rappresentata basti leggere di Steven che entra nel meccanismo e comincia ad avere nei confronti della mamma quell'attegiamento di superiorità nonostante sia ancora un ragazzino delle superiori. 
L'unica pecca è che il finale mi ha fatto storcere il naso in alcuni punti e l'ho trovato troppo frettoloso e sopratutto troppo semplice per l'enormità della portata della situazione in cui è ambientato.


giovedì 27 settembre 2018

Recensione: "Follia" di Patrick McGrath

Follia
di Patrick McGrath

Editore: Adelphi
Pagine: 296
Prezzo: 12.00€

Voto: 2/5

TramaUna grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.


Un mese! Un intero, lunghissimo mese per finire questo libro... me lo sono portata da per tutto, ma per tre pagine sembrava ne avessi lette 20... 22 giorni di agonia, solo perchè arrivata a un certo punto dovevo scoprire come sarebbe andata a finire tra Edgar e Stella.

Un libro da cui mi aspettavo ben altro, una parte psicologica più dettagliata sotto il punto di vista psichiatrico e meno racconto. Provabilmnte sono un delle poche, ma io l'ho trovato estremamente troppo troppo, al limite della noia. Il tutto si può riassumere come una storia d'amore raccontata da terzi, senza lieto fine, e senza tutta la parte emotiva, senza la parte introspettiva dei personaggi. Un storia d'amore ridotta a una cronologia fredda di come il paziente di questa clinica psichiatrice Edgar si innamora, e quest'ultima anche, di Stella, nonchè moglie di Max, psichiatra appena arrivato in istituto. 

Stella è una donna sola, con un marito rigido, vuoto di passione e amore verso di lei, con un figlio che praticamente fa da comparsa senza approfondimento, tolta da Londra dove aveva un propria vita sociale per finire in una casetta accanto a un'istituto psichiatrico nel quale il marito, ha ricevuto l'incarico di medico. 
Tra i vari pazienti ci sono quelli in semi libertà nel comprensorio che fanno lavoretti all'interno e tra loro c'è Edgar Stark, a cui viene affidato il compito di ripulire il giardino di Stella e di sistemare anche la serra che sta cadendo a pezzi ormai. Edgar è dentro perchè ha ucciso la moglie in maniera brutale perchè la accusava, senza motivo, di tradirlo e di fare la prostituta e in un eccesso di follia l'ammazza.
Tra i due c'è subito una strana intesa, da cui sgorgherà il principio di una storia malata e travagliata tra i due, fino a un tragico epilogo, il tutto narrato da Peter che è anch'esso un medico psichiatrico, ed è colui che ha in cura Edgar che diventerà un amico di famiglia di Stella e Max.

Probabilmente è la mancanza di "pensieri" dei due reali protagonisti è ciò che manca nel libro. Libro troppo pesante, monotono e lento per poterlo apprezzare e leggere scorrevolmente.
Peccato perchè avevo alte aspettative, viste le molteplici recensioni positive, che sinceramente non capisco come abbiano fatto ad amarlo. Naturalmente è una questione di gusti, ma per me è un grosso, immenso no, troppo rinsecchita sia la parte emotiva che la parte psicologica. Peccato...


lunedì 10 settembre 2018

Recensione: "Il libro dei Baltimore" di Joel Dicker

Il libro dei Baltimore
di Joel Dicker

Editore: La nave di Teseo
Genere: narrativa
Pagine: 592
Prezzo: 22,00€

Voto: 3/5


Trama: Sino al giorno della Tragedia, c'erano due famiglie Goldman. I Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair. Di quest'ultimo ramo fa parte Marcus Goldman, il protagonista di "La verità sul caso Harry Quebert". I Goldman di Montclair, New Jersey, sono una famiglia della classe media e abitano in un piccolo appartamento. I Goldman di Baltimore, invece, sono una famiglia ricca e vivono in una bellissima casa nel quartiere residenziale di Oak Park. A loro, alla loro prosperità, alla loro felicità, Marcus ha guardato con ammirazione sin da piccolo, quando lui e i suoi cugini, Hillel e Woody, amavano di uno stesso e intenso amore Alexandra. Otto anni dopo una misteriosa tragedia, Marcus decide di raccontare la storia della sua famiglia: torna con la memoria alla vita e al destino dei Goldman di Baltimore, alle vacanze in Florida e negli Hamptons, ai gloriosi anni di scuola. Ma c'è qualcosa, nella sua ricostruzione, che gli sfugge. Vede scorrere gli anni, scolorire la patina scintillante dei Baltimore, incrinarsi l'amicizia che sembrava eterna con Woody, Hillel e Alexandra. Fino al giorno della Tragedia. E da quel giorno Marcus è ossessionato da una domanda: cosa è veramente accaduto ai Goldman di Baltimore? Qual è il loro inconfessabile segreto?


E' un libro assai discusso e senza mezze misure, crede che Joel Dicker sia uno scrittore con uno stile minuzioso, a cui piace sviscerare i fatti dal principio, che arriva al finale di botto e chiusa la faccenda; o lo ami o lo odi.

Di solito non sono un'amante del brodo allungato, però c'è qualcosa in Dicker, che mi prende. Trovo che tutti i dettagli che fornisce, partire dal principio è essenziale per arrivare al punto dove tutto trova uno svolgimento ben preciso e un finale non deludente, per lo meno questi primi due mi hanno soddisfatta, anche se La verità sul caso Harry Quebert è un passo avanti a questo libro, è più movimentato, la trama è più articolata, e il finale è woooow. In questo libro la grande tragedia a un certo punto è palese, più che altro alla fine scopri tutti i retroscena della grabde tragedia più che altro quale sia questa tragedia. 

Nel libro precedente vediamo Marcus Goldman alle prese con la risoluzione di un caso, ricordate? Qui lo conosciamo intimamente, conosciamo le sue origini, la sua famiglia i Goldman di Montclare e i Goldman di Baltimora, cosa lo ha portato a essere quel che è, lo conosciamo un po' più personalmente.
Lo vediamo da piccolo, che soffre per essere un Goldman di Montclare, quindi dal suo punto di vista più povero e sfortunato, figlio unico, mentre gli zii i Goldman di Baltimore sono tutti belli, ricchi, che fanno cose divertenti, con due cugini affiatati e popolari. La sua vita gli sembra bella solo quando è con loro, ma prima o poi questo castello di cristallo si romperà e le bugie e le verità a lungo sotterrate verranno a galla, fino a un tragico epilogo per i Baltimore.

Per quel che mi riguarda a me è piaciuto, però mi rendo conto che molti lo possano reputare prolisso per quel che alla fine vuole raccontare Dicker, e se andiamo a stringere la morale altro che non è che non è tutto oro quel che luccica e anche il più bel castello d'oro alla fine è di carta ahahhahahahhah posso fare la blogger delle morali XD 


lunedì 3 settembre 2018

Recensione: "Sognando te" & "Infine Tu" di Lisa Kleypas


Infine tu #1
di Lisa Kleypas

Editore: Oscar Mondadori
Genere: Romance storico
Pagine: 404
Prezzo: 10,00€

Voto: 4/5
 

Trama: Inghilterra, anni Venti dell'ottocento. Impulsiva e bellissima, sempre disposta a infrangere le regole pur di dimostrare la propria indipendenza, Lily Lawson si diverte a scandalizzare la buona società londinese. E per salvare la sorella dall'indesiderato matrimonio con l'arrogante lord Alex, conte di Raiford, non esita a trattare il futuro cognato in maniera sfacciata e oltraggiosa. Ma la reazione dell'uomo non è quella che Lily si aspetta. Deciso a far pagare alla ragazza l'audace intromissione, Alex si comporta da quell'abile giocatore che è sempre stato: con modi gentili e soprattutto con il tocco più sensuale che sa usare riesce a legarla a sé anima e corpo. Senza immaginare che sarà poi lei a rubargli il cuore...


Sognando te #2
di Lisa Kleypas

Editore: Oscar Mondadori
Genere: Romance storico
Pagine: 356
Prezzo: 10.50€

Voto: 4/5

Trama: Nell'Inghilterra dell'Ottocento Sara Fielding passa il tempo a creare storie che fanno sognare, nel sicuro rifugio di un cottage di campagna. La sua vita tranquilla viene sconvolta quando, spinta dalla curiosità, si avvicina al bellissimo Derek Craven, che è riuscito a riscattarsi dalla povertà estrema della sua infanzia e ora è il re della più prestigiosa casa da gioco londinese. Derek è diventato ricco, ma anche sospettoso, duro di cuore; e quando la dolce, innocente, beneducata Sara entra nel suo mondo pericoloso qualcosa cambia. Da ragazza timida e semplice, Sara si trasforma in una donna di gran fascino, mentre il cinico Derek impara a cedere alle lusinghe e alle promesse dell'amore...




Per chi come me ama la categoria dei romance, ben fatti sopratutto, non può non leggere Lisa Kleypas che nella categoria è una delle migliori e con Sognando te (che secondo me ho già letto qualche anno fa perchè mi sembra familiare ahahhahah) e Infine Tu ne ho sempre pù la certezza!

Partiamo con il parlare di Sognando te che è il primo cronologicamente anche se li ho letti al contrario per sbaglio.. Lily è una ragazza anticonvenzionale, a cui piace cacciare, giocare d'azzardo, ed essere libera di muoversi per il bel mondo a suo piacimento. E' bella, sfrontata, senza peli sulla lingua, ma in realtà sotto alla sua scorza è una donna sola, con un gran segreto dal passato, che le condiziona la vita e le sue scelte in fatto di uomini, che tiene sempre a debita distanza nel momento in cui vogliono da lei qualcosa in più che una semplice partita a carte.

Questo suo modo di vivere libero, ha fatto sì che la sua famiglia la allontanasse, ma quando ha saputo che la sua piccola e dolce sorellina andrà in sposa all'algido conte Raiford, decide che deve fare qualcosa per impedire questo sventurato matrimonio e si mette in mezzo andando a finire dritta tra le braccia del conte.

Infine tu invece la bella Sara Fielding si aggira nei bassi fondi per raccogliere modi di dire, e novità da parte della malavita per poter scrivere il suo nuovo libro e corre in aiuto a un uomo che due uomini stavano sfigurando, sparando a uno dei due e mettendoli in fuga: e fortuna vuole che l'uomo ferito dai due altro non è che il famoso Derek Craven, l'uomo nato da una prostituta che lo ha poi abbandonato, cresciuto in mezzo alla strada e che è riuscito a costruire un impero possedendo la famosa casa da gioco Craven's. La casa da gioco più famosa ed esclusiva di Londra. Sara non crede alla fortuna che ha avuto a salvarlo così può domandare direttamente a lui tutte le domande che ha in mente, solo che non ha fatto i conti con il caratteraccio del salvato, che farà di tutto per tenerla lontana dalla sua casa da gioco e dal suo cuore fallendo miseramente.

Devo dire che l'unica protagonista che mi è piaciuta di meno è proprio Sara Fielding e la sua triste arrampicatrice famiglia. Non so con lei non c'è stata empatia, un po' moscia al confronto di Lily o di Raiford o Craven. Tutti personaggi con un carattere forte e deciso e poi c'è lei un po' "ammoscilita", stona come una campana in spiaggia.

La Kleypas manco a dirlo crea storie semplici, ma intrignati e molto scorrevoli, con quel suo modo di descriverti le feste, le mode dell'epoca, che quasi ti sembra di ballare un valzer al lume di centinaia di candele e di passeggiare in giardino con un ponc in mano, mentre senti la musica che esce dalle finestre della grande sala da ballo. I suoi libri sono sempre magici ecco!